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Stati generali del turismo #2. Il caso romano e le lezioni di turismo che non ti aspetti.

Posted on 18 Ottobre, 201222 Marzo, 2020 by Giulio David

Gli Stati generali del turismo di qualche settimana fa sono stati una occasione anche per fare il punto sulle attività dell’amministrazione capitolina in atto e su quelle future che ha già messo in agenda.

All’ on. Gazzellone, delegato del sindaco Alemanno al turismo di Roma capitale e consigliere della stessa Assemblea, il compito di aprire i lavori. Nella sua relazione l’Onorevole ha illustrato le misure intraprese dall’amministrazione capitolina per differenziare l’offerta turistica romana con l’obiettivo di intercettare i mercati in ascesa.

Inevitabile perciò che il famigerato secondo polo turistico di Roma abbia guadagnato da subito nel dibattito, il posto d’onore. Per chi ancora non lo conoscesse, questo progetto è nato “con l’obiettivo di valorizzare tutto il territorio cittadino promuovendone il patrimonio naturalistico e storico-culturale, diversificare la propria offerta, attrarre nuovi turisti e sviluppare opportunità e vantaggi”, in poche parole per offrire maggiori attrattive ai visitatori dell’Urbe.

Si punta a “un ruolo da protagonista nel mercato internazionale” di Roma attraendo segmenti “come il turismo convegnistico-fieristico, quello ludico-sportivo, quello naturalistico-archeologico e quello aero-portuale per alzare il tasso medio di permanenza e la spesa pro capite, decongestionando anche il primo polo turistico, cioè il centro storico.

Bene. Anzi tutto molto bene, salvo il ritardo nell’attuazione del progetto per mancanza di fondi – da qui gli appelli accorati per la conclusione dell’iter legislativo per Roma capitale- e per qualche altra non insignificante questione emersa in particolare dagli interventi della professoressa Paniccia e della dottoressa Messina. Entrambe hanno messo in luce due caratteristiche che pesano negativamente sul turismo romano: una scarsa cultura dell’ospitalità e dell’accoglienza al turista e dell’apprendimento della diversità culturale.

E allora? Il tema della qualità, quando lo affrontiamo? Non basta avere l’idea di intercettare nuovi mercati per aumentare le presenze. E poi diciamolo, questi paesi emergenti sono sempre gli stessi, quelli a cui tutto il modo ambisce – certo, sempre i BRIC che adesso sono BRICS perché si è aggiunto il Sud Africa!

Ma quali grandi mercati, quali big spender? Roma è una capitale, ma i profili social di Roma postano in una sola lingua: l’italiano. Sicuro che manca una strategia che raccordi i media off e on line – e non entriamo qui nel merito del contenuto della comunicazione perché quello che segue rafforza l’idea che è a monte che c’è ancora molto, molto da fare.

“Roma si apre al web” dice onorevole Gazzellone. E per sostenere l’affermazione dice anche  che “abbiamo un sito web che nell’ultimo mese ha registrato 100K visite”!

No, scusate….un attimo.

Roma è la terza città in Europa dopo Londra e Parigi. Al quarto posto Berlino che negli ultimi 30 giorni di visite ne ha fatte 390K!

E Londra? 1 milione e 8ooK… eh già… ma lì c’è la London eye!

Londra è anche un esempio positivo di comunicazione off line citato da Padre Ceasar Atuire di Opera Roma Pellegrinaggi che, con la presenza massiccia di manifesti che promuovono gli spettacoli teatrali e i musical del West side londinese, contribuisce ad allungare la permanenza media di visitatori che sono in città per altri motivi.

E lo stesso relatore, ricordando alla platea che una stanza nel giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II, costava mille euro, riporta l’attenzione sull’importanza e la qualità dell’accoglienza cambiando totalmente la prospettiva dei mercati da intercettare: il miliardo di persone sparse per la terra che almeno una volta nella vita vengono a Roma dove risiede il loro capo spirituale. Basterebbe portarne il 10% ogni anno, in aggiunta a quelli che già visitano la città, per non occuparci dei mercati cinesi e/o brasiliani!
E se “vogliamo aumentare il tasso di permanenza media, lavoriamo a sistema e miglioriamo la qualità dell’accoglienza, prepariamo la destinazione dal punto di vista dei servizi e dei trasporti. Insomma, per fare rimanere più a lungo i turisti le destinazioni, i territori e le loro risorse devono agire come i musicisti di una sola grande e unica orchestra.

Il secondo polo turistico, se non ripartiamo da questo, duplicherà i problemi del primo, non le presenze dei turisti.

E’ la qualità la carta vincente!

2 thoughts on “Stati generali del turismo #2. Il caso romano e le lezioni di turismo che non ti aspetti.”

  1. Pingback: Turismo e Accoglienza, protagonisti di Ottobre 2012 « wunderkammer
  2. Vito ha detto:
    30 Gennaio, 2013 alle 1:53 am

    Qualità in ogni sua forma e livello. Un sito web per i turisti se non è raggiungibile in qualsiasi punto della città ed in qualsiasi lingua, che informa in maniera diversa le diverse tipologie di utente/turista offrendo Servizi utili. Che Connetta l’intera città e tutti i suoi aspetti culturali ed artistici e culturali, accattivante da un punto di vista creativo ma facile e funzionale e che a sua volta faccia parte di un network Italia….e Roma si sarebbe aperta al web?

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