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Sostenibilità e destinazioni: la Commissione Europea vara ETIS

Posted on 28 Maggio, 201422 Marzo, 2020 by Giulio David

Sono passati almeno venti anni da quando si è cominciato a ragionare sugli effetti negativi che il turismo può produrre sui territori e su come tenerli sotto controllo per preservare luoghi e destinazioni anche per le generazioni future.

Studi e ricerche indagano la trasferibilità dell’approccio alla sostenibilità tra degli studiosi di economia ambientale al settore turistico e la sua validazione attraverso l’applicazione a differenti territori turistici italiani. Molte delle discussioni affrontano il problema a partire dalla idea che il progetto di sviluppo di un territorio debba considerare il turista come un residente temporaneo, ma la linea di confine tra vivere e visitare, non è semplice da definibile.

Anche se la UE ha istituito il Tourism Sustainability Group, con lo scopo di redigere la Carta europea del turismo sostenibile e responsabile, è ancora complesso identificare le destinazioni che prestano attenzione alla sostenibilità e progettano il loro sviluppo secondo criteri e parametri di sostenibilità ambientale, sociale oltre che economica.

D’altra parte nel 2013 i viaggiatori hanno superato quota 1 miliardo e le previsioni di UNWTO stimano che  questa sia destinata a crescere.

Il turismo è sempre più un bisogno collettivo, quasi fisiologico ma il pianeta non ha risorse illimitate. Se non vengono adottati comportamenti responsabili il rischio di compromettere sul lungo periodo la fruibilità di molti luoghi potrebbe diventare più di un timore.

Uno dei 4 assi attorno a cui è possibile ricondurre le azione della UE per la programmazione 2014-2020 è la promozione dello sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità; tra gli strumenti messi a punto dalla Commissione Europea  Imprese e Industrie (insieme ad esempio a un marchio europeo, alla cooperazione con i principali paesi emergenti, ecc.) troviamo un sistema di indicatori che consentirà alle destinazioni di misurare l’effettivo sostenibilità e le performance delle loro attività per lo sviluppo.

ETIS, acrononimo di European Tourism Indicators System è infatti un kit che consente alle destinazioni turistiche, senza bisogno di training specifici, di monitorare, gestire, misurare e migliorare le loro performance.

Il procedimento è abbastanza semplice: le informazioni richieste vanno inserite in un foglio di calcolo, già predisposto con le formule, numeri corrispondenti agli indici da osservare; si ottengono come risultati dei grafici che offrono un quadro chiaro, definito e facilmente leggibile per :

  • avere più dati a disposizione per prendere decisioni;
  • stabilire un intelligente approccio alla programmazione turistica;
  • identificare le aree deboli che necessitano di supporto;
  • dare una gerarchia ai progetti e alle azioni da svolgere;
  • controllare i rischi;
  • creare benchmark delle performance.

Con ETIS la UE riporta in primo piano, di nuovo, la questione ambientale offrendo anche uno strumento utile perché gli sforzi per lo sviluppo e le politiche per attuarle messe in atto dalle destinazioni tengano concretamente conto della salvaguardia dell’ambiente e delle comunità residenti.

Vale la pena di ricordare che il turismo non può essere una scorciatoia per chi non ha materie prime e deve essere sostenibile per non essere consumo del territorio, rapina delle comunità ospitanti e deportazione volontaria in riserve autosufficienti più o meno lontana da casa,

I turisti possono aumentare ma le risorse certamente no.

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